Naturalmente partiamo dal presupposto di sapere cosa vuole dire, malattia, e crediamo anche di sapere dove siamo malati o da che cosa siamo affetti . Ma, come definiamo uno stato sano ? Bene, in una logica non puramente medica l’approccio potrebbe essere il seguente : per diventare e rimanere sani ci occorre una concezione “ sana “ della salute.
Quando siamo malati, tendiamo spesso a pensare che la salute ci sia stata sottratta da qualche circostanza esterna, con cui riteniamo di non avere nulla a che fare. Di solito non ci sentiamo neppure responsabili della malattia, e, a volte siamo talmente presi dal nostro quadro clinico da non riuscire più a concepire l’idea di un sistema globale sano.
Se partiamo dal presupposto che la salute sia sempre stata presente, è vero anche quanto segue : sappiamo come essere sani , o ne abbiamo avuto coscienza almeno una volta, ma nello stato di malattia ce ne siamo “ dimenticati “.
Nel momento in cui è iniziata la nostra vita eravamo perfetti, solo che ci siamo dimenticati cosa significa essere sani e integri. Ci manca soltanto l’informazione. Anche il medico chiede al paziente malato : cos’è che non và ?
Ma chi o che cosa ci può trasmettere l’informazione mancante ? Chi può farci tornare alla memoria cosa vuol dire essere sani ? Qualcuno che cerca la malattia ? O forse è più idoneo a farlo qualcuno che capisce la salute e si orienta in tal senso ? In genere i medici cercano di comprendere la malattia e per giunta la medicina segue una via singolare : si concentra solo sull’organo, ignorando che la malattia interessa la persona nella sua globalità, che come sappiamo non comprende solo il corpo.
Anche subito dopo la nascita, un individuo è completamente sano dal punto di vista emozionale, solo se è il prodotto dell’unione tra due persone innamorate e se il periodo dello sviluppo embrionale e il momento del parto sono stati all’insegna della gioia e dell’amore. Genitori e ambiente trasmettono l’informazione di una vita bella e creano così le basi per un organismo sano.
Dato che siamo dipendenti dalle informazioni che ci circondano, è quindi importante chiedersi con una certa frequenza : com’è il mio ambiente ? E’ entusiasta della vita o è limitante ? In fin dei conti il nostro modo di pensare è il risultato del nostro ambiente, e dovremmo anche costantemente verificare lo stato dei nostri pensieri quotidiani : sono sani e pieni di gioia di vivere ?
Spesso non siamo in grado di uscire da soli dal vortice della negatività e abbiamo bisogno di aiuto per riprendere contatto con le informazioni che ci fanno star bene. E’ proprio qui che interviene la medicina informativa, trasmettendoci di nuovo l’informazione sana e vitale che avevamo smarrito. Dopotutto la salute perfetta ci spetta di diritto. Essere completamente sani significa essere sani nel corpo e nell’anima, come pure nel campo energetico e informativo da cui siamo circondati. Se non stiamo bene, la sfida consiste nell’individuare con precisione dove si è verificata una “ informazione sbagliata “. Spesso il punto in cui è localizzato il disturbo non dice niente sul punto in cui risiede la causa, ragion per cui all’origine di un male al ginocchio possono esserci esperienze che pesano sullo stomaco. Curare lo stomaco o il ginocchio sarebbe quindi un aiuto provvisorio, ma non andrebbe ad eliminare la causa, che va cercata sul piano dell’anima.
E’ anche importante scoprire l’avvenimento che sta dietro alla causa. A volte ci si riesce da soli, altre si ha bisogno dell’aiuto di qualcuno. Affinché abbia luogo la guarigione non è tuttavia strettamente necessario che l’accaduto sia spiegabile a livello razionale. La comprensione del cosi detto linguaggio dei sintomi è senz’altro utile, ma spesso le cause di una malattia sono molto più profonde e complesse, e forse non hanno nemmeno avuto origine in questa vita, ragion per cui non riusciamo a capirle con la mente.
Molte persone guariscono con la somministrazione di un rimedio omeopatico e dicono : In effetti non so cosa mi abbia fatto bene ! E non è neppure necessario che lo sappiano.
In ultima analisi è l’anima ad aver bisogno di quella conoscenza, non la mente razionale. Non è il cervello a dare l’impulso al corpo, bensì l’anima che vive e sperimenta. Può quindi accadere spesso che la nostra razionalità non capisca come avviene la guarigione, ma il piano della coscienza e dell’anima lo capisce e agisce. Ed è su questo piano superiore che lavorano i metodi di medicina informativa , che in un certo senso agiscono come un balsamo per l’anima.
A questo punto, per rendere ancor più comprensibile il percorso verso la salute mediante la medicina informativa, desidero esaminare più a fondo i concetti di corpo, anima e spirito, prendendo anche in considerazione i vari piani o le varie dimensioni della vita, così come vengono usati nelle varie forme di guarigione.
Tendiamo all’unione armoniosa di corpo, anima e spirito, e la mettiamo in relazione con la salute e il benessere, ma che cosa intendiamo esattamente con questi concetti ?
Il Corpo è la materia solida, quello che vediamo quando ci guardiamo allo specchio o che avvertiamo sotto le dita quando ci tocchiamo : pelle, muscoli, tendini, legamenti, ossa sangue e via dicendo. Appartengono al corpo anche le cellule corporee, i batteri, gli ormoni, gli enzimi, i minerali, le vitamine e tutte le altre piccole componenti e tutti i microrganismi in qualche modo visibili.
Il corpo è il piano che ci consente di sperimentare gli impulsi spirituali e psichici. Spesso ci accorgiamo della sua esistenza quando abbiamo male da qualche parte. Questi dolori però presuppongono uno squilibrio a livello di anima o spirito, anche quando sono una conseguenza di malattie infettive, incidenti o ferite.
L’Anima corrisponde al nostro vero essere e determina la nostra vita. Ha la sua sede principale nel cuore emozionale, risiede nello spazio energetico all’interno del cuore, da alcuni definito, spazio dell’anima. Da lì l’anima ha la possibilità di sorvegliare il corpo e di esercitare su di esso la sua azione. L’anima però è anche situata nell’epifisi, la ghiandola pineale che si trova nella testa. E anche qui si tratta di uno spazio energetico, da cui l’anima mantiene il contatto con il mondo spirituale. Tra l’altro, nella ghiandola pineale l’anima può influire sul rilascio della melatonina, l’ormone del sonno, ed è quindi in grado di cullarci per farci addormentare.
L’anima fa da tramite tra lo spirito e il corpo a partire dal centro, dallo spazio dell’anima. Per svolgere questo compito si serve in primo luogo delle emozioni, delle sensazioni, del gusto e dell’olfatto. Potremmo dire che l’anima è collegata con ogni organo e con ogni più piccola parte del corpo attraverso i 150.000 Km delle vie ematiche. Grazie a questo collegamento regola tutte le funzioni corporee ed organiche, le energie di autoguarigione e le forze formatrici del corpo, i microrganismi e il sistema immunitario. L’anima costituisce la centrale del nostro essere fisico e psichico.
Lo spirito, il piano spirituale non è “ soltanto “ il divino o una determinata energia spirituale che ha in mente solo il bene, ma è costituito da tutte le informazioni generatesi nel corso del tempo, qualunque forma abbiano assunto. Il piano spirituale è quindi la parte in cui tutto si unisce e trascende ampiamente la nostra personalità. Tramite questo piano siamo intimamente connessi con tutto ciò che è. Sul piano spirituale ogni pensiero, indipendentemente dal luogo in cui vive viene concepito, è a disposizione di tutti in quello stesso istante. Attraverso questo piano ci viene offerta la possibilità di entrare in risonanza con tutto ciò che è.
Dei tre piani, quello spirituale è il più elevato. Dato che il campo spirituale è costituito da informazioni, possiamo intenderlo anche come campo informativo o piano spirituale.. Lì elaboriamo a livello inconscio più informazioni al secondo di quelle che dovrebbero essere trasmesse da tutte le stazioni televisive della Terra.
Questo campo ha una struttura esagonale, ci circonda e scorre attraverso di noi. Mediante il campo informativo siamo in una condizione di scambio continuo con la nostra mente inconscia e con i nostri chakra. Attraverso questi ultimi, le informazioni provenienti da questo piano esercitano un influsso diretto sulle nostre emozioni e sulle ghiandole del nostro corpo. I sistemi subordinati reagiscono immediatamente non appena accogliamo un’informazione che ci arriva da questo campo. L’anima trasforma l’informazione in un emozione e il corpo secerne all’istante ormoni ed enzimi attraverso le ghiandole.
Se ora osserviamo con attenzione i tre piani costituiti da corpo, anima e spirito, ci accorgeremo di non poterli percepire nella loro totalità. Stiamo appena cominciando a capire che l’energia è soltanto un “effetto” dell’informazione. Da quest’ottica anche la regolazione dei campi energetici è “solo” la cura dei sintomi : i campi energetici sono per l’appunto già una conseguenza dell’informazione elaborata. La chiave per una trasformazione duratura sul piano fisico e psichico è quindi nel passo precedente : nella regolazione dei campi informativi.
Per meglio comprendere e trarre il massimo vantaggio dalla medicina informativa è fondamentale apprendere un paio di nozioni indispensabili sulle dimensioni.
La vita sulla Terra si svolge nella terza dimensione. Qui tutto avviene in modo lineare : abbiamo un passato alle spalle, un adesso e il futuro davanti a noi. Dipendiamo dalla quarta dimensione, il tempo, che si trova sopra di noi. Questo piano del tempo è come un registratore in cui vengono memorizzate tutte le esperienze, in modo che in seguito possiamo farvi riferimento. Programmiamo addirittura il nostro futuro nel momento in cui vi collochiamo determinate esperienze come : o .
Tutti gli avvenimenti, indipendentemente dal fatto che si verifichino nel passato, nel presente o nel futuro, creano sul piano del tempo i cosiddetti sigilli temporali. Solo sistemando anche questo piano è infatti possibile dar luogo ad una trasformazione perenne.
Al di sopra del piano del tempo si trova la nostra anima madre, in cui la parte che vive in noi rappresenta solo una piccola scintilla. In particolar modo di notte, la nostra anima è in connessione con l’anima madre tramite la ghiandola pineale e allinea le esperienze fatte di recente nella terza dimensione con quelle già esistenti. Anche i nostri sogni hanno a che fare con questa forma di elaborazione. Per la nostra anima madre il tempo non esiste. L’anima madre si trova al di sopra del tempo, ha il ruolo di osservatore e in ogni momento può percepire il tempo su cui si sintonizza. Per questo nella pratica della medicina informativa lavoriamo al di sopra della quarta dimensione con la coscienza della nostra anima madre, li molte cose ci si svelano spontaneamente.
Se per un attimo ci soffermiamo un po’ più da vicino sul miracolo della vita, molto probabilmente comprenderemo meglio quanto espresso.
Una nuova vita nasce grazie all’amore e all’unione di due persone, ma il piano puramente fisico non basta per crearla, c’è bisogno di un terzo elemento: l’anima. La vita può formarsi solo nel momento in cui la cellula uovo, lo spermatozoo e il raggio dell’anima si incontrano.
Si può dire che l’anima passa attraverso il corpo della madre per arrivare all’ovulo da fecondare : passando dall’epifisi della madre giunge all’ipofisi, poi dal midollo spinale fino alla punta del coccige e da lì alla cellula uovo. Quello è il momento in cui siamo integri e completi al cento per cento, in cui siamo simili a Dio, semplicemente perfetti. Tutto quello che avviene ora si sviluppa da questa base.
La prima divisione cellulare ha luogo adesso a velocità folle. L’anima non dispone ancora di un corpo da abitare e perciò si ritira nell’epifisi materna, dove rimane in attesa finché non si sarà formato il cuore. La scienza conferma che durante la gravidanza le dimensioni dell’epifisi possono triplicare. Davanti a una donna incinta, le persone sensibili sono in grado di percepire chiaramente la presenza dell’anima in questa ghiandola. Ma ora ha inizio il miracolo della vita. Trasferendosi dall’epifisi della madre nel cuore del bambino, l’anima libera una quantità di energia tale da permettere il primo battito cardiaco. L’anima avvia il motore dell’individuo, che da questo momento in poi batterà almeno sessanta volte al minuto senza manutenzione, senza cure, senza pause fino alla morte. Solo da lì al momento della nascita i battiti cardiaci sono già circa ventiquattro milioni. Queste affermazioni coincidono con quanto affermano molti che fanno della spiritualità la loro ricerca, secondo i quali una parte di anima resta nell’epifisi materna fino a poco prima del parto e solo allora passa nel corpo del bambino. Di notte, dall’epifisi della madre l’anima mantiene il contatto con il mondo spirituale ed elabora così le impressioni della vita nascente.
A partire dalla nostra prima divisione cellulare la nostra vita diventa inseparabile dalle informazioni che ci circondano. Veniamo plasmati dall’ambiente. Dal punto di vista di molti studiosi, non esiste una semplice trasmissione ereditaria fisica di materiale cellulare, geni od ormoni : ogni materia può formarsi solo quando c’è a disposizione l’informazione necessaria. E’ quindi l’informazione del nostro ambiente diretto che viene “ereditata” o ci viene impressa.
Da queste informazioni si formano dapprima le cellule e poi gli organi, e infine il corpo umano completo. Una nuova vita in formazione viene quindi plasmata in primo luogo dalle informazioni dei genitori e dell’ambiente contingente. In questo modo non viene formato solo il corpo, ma anche il campo emozionale. La nostra anima riceve per così dire un pacchetto di ingresso nella vita per poter crescere fin dall’inizio in maniera adeguata al suo ambiente futuro. Nel corso della crescita, osservando il nostro ambiente e la risonanza ad esso, ci rendiamo conto di corrispondere per la maggior parte alle informazioni che ci sono state impresse.
Allora !? Come ha origine la malattia ?
Tutti coloro i quali sono in grado di percepire i campi energetici e informativi, descrivono che la materia si adegua ai campi geometrici. Immaginate una struttura esagonale, un favo costituito da una quantità innumerevole di cellette. Ognuno di questi esagoni immagazzina informazioni provenienti dall’ambiente, senza valutarle. Possono essere impressioni trasmesse dalla vista, dall’udito, dal tatto, dall’odorato, dal gusto o dal pensiero. Le informazioni vengono messe in ordine come schede : per esempio, tutte le informazioni che hanno qualcosa a che fare con il peso e il trasportare vengono suddivise in determinate aree delle spalle e della nuca. L’ideale sarebbe che nel campo informativo ci fosse una perfetta giusta posizione tra un esagono e l’altro . Gli atomi si allineano ai vertici e da li si forma una spalla sana. Ma se le informazioni nei campi si contraddicono, perché il peso della vita viene percepito come opprimente, gli esagoni non possono allinearsi in modo perfetto e si verificano degli spostamenti. Gli atomi che costituiscono il corpo non sono più strutturati in maniera normale e nel campo informativo si verificano delle tensioni che danno origini a contratture nel corpo, da cui risulta un flusso energetico ridotto, un blocco nel campo energetico. Ovviamente questa descrizione esemplificativa vuole dare una spiegazione comprensiva dell’insorgere dei disturbi : in realtà le strutture sono tridimensionali e le tensioni fra i campi sono più complesse.
L’informazione dell’ambiente e del contesto può essere responsabile della venuta al mondo di bambini malati o affetti da handicap. Per esempio a Hiroshima, Nagasaki o a Chernobyl continuano a nascere bambini handicappati nonostante non vengano più misurati elevati valori radioattivi. Già la paura inconscia che i bambini possano non essere sani è sufficiente ad alterare la struttura dei campi informativi. In alcuni casi ci sono anime che per motivi Karmici si sono scelte un’esistenza contrassegnata da una minorazione.
Mi verrebbe da affermare che la nostra anima si espone in continuazione alla pesantezza della terza dimensione per fare esperienze che nella sua dimensione non potrebbe vivere . Le informazioni collezionate nel corso di tali esperienze, come pure quelle per i nuovi progetti, sono saldamente ancorate nel nucleo dell’anima. Queste ultime potremmo anche definirle il compito della vita o dell’anima. Inoltre, la nostra anima non corrisponde sempre alle idee che nutriamo su di noi o alla nostra percezione di noi stessi. Per l’evoluzione, sia individuale che globale, è importante che ad un certo punto della nostra vita, cominciamo a scoprire la nostra parte più intima, il nucleo della nostra anima. Attraverso questa riscoperta ci liberiamo un po’ dalle informazioni che ci sono state inculcate e diventiamo un Io indipendente. Nel corso di questo viaggio di esplorazione dissolviamo le informazioni che sono state impresse sia a noi che ai nostri genitori. L’evoluzione a livello collettivo dell’umanità avviene così in due direzioni :in avanti grazie al riconoscimento di noi stessi, e all’indietro grazie al dissolvimento delle informazioni contenute nella nostra linea ancestrale.
Può darsi che in un primo momento vi sentiate un po’ disorientati da questo discorso, ma è importante capire come possiamo influenzare le informazioni che ci circondano e come esse, a loro volta, esercitino un influsso su di noi. Questo ha infatti delle ripercussioni sulla salute e sulla malattia : l’informazione che si discosta dalla creazione distrugge la struttura della vita. L’ordine divino, la “ norma “ sana.
Per spiegare meglio i rapporti spaziali al nostro interno, osserviamo l’atomo, al cui centro c’è il nucleo. Quest’ultimo contiene neuroni e protoni che si attraggono reciprocamente. L’elettrone si muove intorno al nucleo dell’atomo in un campo tensoriale. Se aumentassimo le dimensioni del nucleo fino a farlo diventare grande quanto uno spillo, l’elettrone disterebbe da esso circa 200 metri. Questo spazio fra le particelle viene chiamato campo informativo dalla fisica quantistica e dall’epigenetica. Qui è l’informazione a determinare il modo in cui le componenti dell’atomo, ovvero neutroni, protoni ed elettroni, si rapportano fra di loro e con gli atomi circostanti. Questa informazione stabilisce il genere della materia, e in questo campo interveniamo con le tecniche di guarigione. Allora la domanda è : come attiviamo le nostre energie di autoguarigione ?
Ogni processo di guarigione avviene per auto guarigione. Persino la medicina ufficiale conta sulle energie di autoguarigione. Non sono gli antibiotici a guarire il nostro corpo, e neppure la chemioterapia. No, sono le energie di autoguarigione ed un sistema immunitario funzionante, che per esempio riprende il sopravvento dopo un’infezione batterica e una somministrazione di antibiotici, così che il soggetto in questione torna a essere sano e libero dai batteri. Oppure : la chemioterapia ha distrutto tutte le cellule tumorali ( e anche la maggior parte di quelle vitali per l’organismo), e a questo punto tutto dipende solo dalle energie di auto guarigione. Sono state completamente bloccate o possono riattivarsi ? Anche l’omeopatia classica in fondo fa affidamento sulle energie di autoguarigione : già duecento anni fa il suo fondatore, Hahnemann, si riferiva alla somministrazione del rimedio omeopatico adeguato in termini di “ regolazione delle forze vitali “.
Quando la guarigione avviene con l’aiuto della medicina informativa, la medicina ufficiale parla anche di “ guarigione spontanea”, dato che non sa bene cosa abbia aiutato il paziente così all’improvviso. Per qualche motivo, magari per uno sfizio dell’universo, si è verificata un’attivazione delle energie di autoguarigione. Ma in base a tutte le informazioni che vi sono state trasmesse finora, intuite già che questo non è successo per caso e che è decisamente possibile contribuire all’autoguarigione. Il nostro corpo è in grado sia di ammalarsi che di rigenerarsi e guarirsi. La chiave per la guarigione è la concentrazione consapevole o “ concentrazione della coscienza “, una sorta di attività mirata che da un lato aumenta la densità dell’informazione e dall’altro accelera lo scambio di informazioni.
Queste tecniche si differenziano sostanzialmente dalla meditazione: in quest’ultima siamo osservatori e lasciamo che le cose accadano, non diventiamo attivi, il pensiero resta sullo sfondo e ci limitiamo a percepire. Quando invece ci concentriamo consapevolmente su una cosa, dirigiamo i nostri pensieri con un’intenzione ben precisa, per esempio per armonizzare la vita quotidiana o una situazione finanziaria. L’intenzione mirata è il fattore decisivo: dovete sapere cosa volete. E’ anche possibile mettere per iscritto il proprio proposito, procedura a cui diamo il nome di “ formulazione di un ordine di guarigione”. Il fatto di mettere l’intenzione per iscritto procura ulteriore forza e chiarezza. L’ideale è indicare anche luogo, data e ora, di modo che i pensieri curativi non agiscano nell’eternità, ma oggi, nel qui e ora. Il bello è che chiunque è in grado di concentrarsi in maniera mirata, ovvero di focalizzarsi su un’intenzione. Ecco perché risulta necessario esercitarsi su se stessi e sulla “concentrazione della coscienza” che nulla ha a che vedere con poteri paranormali, la medianità o doti particolari. La concentrazione, se praticata, può riportare alla luce un talento interiore che magari era stato sepolto con il trascorrere degni anni e sviluppare la medianità.
Lasciatevi sorprendere dai cambiamenti che si verificheranno in voi e dalla loro entità. E non dimenticatevi mai di esprimere la vostra gratitudine per una vita dotata di tutte queste possibilità. Solo così ritornerete in piena salute ed in armonia con il vostro corpo ed il mondo che vi circonda. Solo così potrete combattere la malattia ritornando ad essere quello che eravate: esseri sani.
………………….molti mi chiedono come ho fatto a trasmettergli tanta motivazione, altri mi raccontano dello svanire di desideri compulsivi verso alcuni alimenti, altri ancora di sentire dentro la consapevole certezza del risultato. Tutti sono accomunati da uno stato di profondo benessere psico-fisico. Personalmente ritengo sia l’uso di un linguaggio semplice sul perché sia stato smarrito o negativamente influenzato “tutto ciò che è “. In fondo le persone hanno bisogno solo di chiarezza, quest’ultima è un dovere, soprattutto morale .
Armando Sposito